[Streaming] IL 9 DICEMBRE

Mercoledì 9 DICEMBRE 2020 ore 20,00
[Streaming] IL 9 DICEMBRE

Il concerto del 9 Dicembre

Orchestra: I Solisti di Pavia
Direttore e solista: Enrico Dindo

Dal 2018 il loro concerto gratuito per la cittadinanza omaggia la ricorrenza di San Siro, patrono della città di Pavia.

NOTE MUSICALI
a cura di Mariateresa Dellaborra

Il violoncello domina incontrastato il programma della serata con brani riorchestrati appositamente per la formazione di archi e con brani originali. Si tratta, in entrambi i casi, di pagine estremamente note e fascinose che rivelano il ruolo e l’importanza che lo strumento grave degli archi ha assunto soprattutto durante il XIX secolo.

Le prime tre composizioni sono nate per un organico diverso e quindi espressamente trascritte dal maestro Dindo per violoncello e archi. Chant du Menestrel op. 71 fu completato per violoncello e orchestra nel 1900 da Aleksandr Konstantinovich. Glazunov(1865-1936). Da quel momento il brano fu sottoposto alle orchestrazioni più diversificate perché particolarmente fascinoso in quanto concentrato soprattutto sull’esaltazione del timbro del violoncello che viene inteso come menestrello. Il Rondò in sol minore op. 94 di Antonín Dvořák (1841-1904) per violoncello e orchestra risale al 1893 ed è un Allegro grazioso concepito secondo una struttura tripartita nella quale l’elemento popolare slavo è presente sia nella sua veste più languida e nostalgica sia in quella più irruente e vitale. Il Requiem, composto da David Popper (1843-1913) ad Amburgo nel 1892, è un brano dall’atmosfera molto raccolta e di grande impatto emotivo. Si inserisce nel ricco catalogo dell’autore divenuto violoncellista per caso (desiderava suonare la viola). Doti musicali non comuni e tecnica prodigiosa hanno consentito all’autore di occupare un posto considerevole nell’ambito del repertorio violoncellistico e di godere di un apprezzamento incondizionato a partire dai suoi tempi.

La Serenata op. 48 per orchestra d’archi di Pëtr Il’jc Cajkovskij(1840-1893) rende omaggio al Settecento e in particolare allo stile mozartiano. La composizione, intitolata originariamente Pezzo in forma di sonatina, fu completata tra il settembre e l’ottobre 1880,e si colloca tra la struttura settecentesca di una sinfonia, con una meticolosa cura per l’orchestrazione, e quella di un quintetto d’archi. La prima esecuzione avvenne in forma privata al conservatorio di Mosca e ottenne un grande successo. Il primo tempo – Andante non troppo – contiene richiami a canti popolari già utilizzati da Caikovskij in alcuni pezzi per pianoforte. Il secondo movimento è un Valzer (forse il brano più celebre, spesso richiesto come bis durante i concerti) apparentemente semplice, in cui si insinuano asimmetrie variamente distribuite fra le sezioni degli archi. Ad esso segue un Larghetto elegiaco introdotto in modo omofono da tutti gli strumenti e quindi organizzato come un’aria operistica con il canto affidato ai primi violini e l’accompagnamento distribuito tra le restanti sezioni. Il Finale è basato su un tema russo derivato, forse con intento ciclico, dal tema iniziale della Serenata stessa.