RIGOLETTO

Venerdì 22 NOVEMBRE 2024 ore 20:00 e Domenica 24 NOVEMBRE ore 15:30
RIGOLETTO

Rigoletto

 

Opera in tre atti.
Musica di Giuseppe Verdi
Libretto di Francesco Maria Piave, tratto dal dramma di Victor Hugo Le roi s’amuse.
Prima rappresentazione: Venezia, Teatro La Fenice, 11 marzo 1851.

L’opera di Giuseppe Verdi, dopo il debutto veneziano, fu un immediato successo: il compositore, insieme al librettista, aveva saputo ben interpretare il soggetto di Victor Hugo, creando un personaggio dall’aspetto deforme ma ricco di umanità, vittima di un destino avverso, figura che incarna bene e male insieme, fulcro dell’intera vicenda. Con questo melodramma il musicista inizia un nuovo percorso che sfocia nella “trilogia popolare” (con Traviata e Trovatore). Il ruolo di Rigoletto sarà sostenuto da Giuseppe Altomare, baritono di fama internazionale. Firma la regia l’eclettico Matteo Marziano Graziano, anche performer e coreografo. Alessandro D’Agostini dopo il diploma in pianoforte, direzione d’orchestra, composizione e computer music, si è perfezionato con Giorgio Nottoli all’Accademia Chigiana di Siena e con Konstantin Bogino, Trio Čaikovskij. Per la direzione d’orchestra, è stato allievo di Piero Bellugi e Massimo de Bernart, del quale è stato l’ultimo assistente.

 

La regia di Matteo Marziano Graziano si articola attorno al tema della spaccatura, che emerge con forza in ogni aspetto dell’opera, dai personaggi alle scene, fino ai costumi.
Rigoletto è un personaggio complesso, il cui corpo disabile lo rende oggetto di scherno e di emarginazione. La sua condizione fisica non risponde ai canoni della normalità e dell’accettabilità sociale, costringendolo a vivere come un reietto in un mondo crudele. Per sopravvivere, Rigoletto sfrutta la sua disabilità, trasformandola in un macabro spettacolo che diverte e disgusta la corte del Duca. Questo compromesso gli permette di essere incluso come membro della corte, ma al prezzo della propria dignità e umanità. Intrappolato in questa morsa sociale, Rigoletto oscilla tra la vergogna di sé stesso, l’iper-protezionismo nei confronti della figlia Gilda, e un profondo desiderio di vendetta contro il Duca, che considera il responsabile della sua sofferenza.

 

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