Più di centocinquanta anni fa, nel 1861, il commediografo e librettista francese Henri Meilhac (lo stesso della Carmen di Bizet), scrisse un vaudeville che divenne molto popolare solo molti anni dopo, nel 1905, grazie alla musica di Franz Lèhar: era nata La Vedova Allegra. Costruita su una fertilissima inventiva musicale, con brani iconici come la marcia “Donne, donne eterni dei…”, poggia sulla simpatia di un testo intriso di tematiche che ancora oggi sono tanto care al pubblico: potere, denaro, gelosie, amore. Una vedova miliardaria viene spinta al matrimonio dalla ragione di stato, ma lei sceglierà l’amore. Lo spettacolo curato da Corrado Abbati è fedele allo spirito originale: rigore assoluto, ma soprattutto divertimento, entusiasmo e freschezza. La storia, immancabilmente a lieto fine, è condita da ritmi a ballo fra mazurche e valzer, galop e sfrenati can-can sulle note di Io di Parigi, Vo’da Maxim, l’Aria di Vilja, E’ scabroso le donne studiar, Come di rose un cespo, Si noi siam le signorine, e Tace il labbro.
La Vedova Allegra
(Die Lustige Witwe)
libretto di Victor Leon e Leo Stein da un soggetto di Henri Meilhac
musica di Franz Lehàr
Edizioni Suvini – Zerboni, Milano
Prima rappresentazione: Vienna, Teatro An der Wien, 30 dicembre 1905
Scene Stefano Maccarini
Costumi Artemio Cabassi
Coreografie Cristina Calisi
adattamento e regia Corrado Abbati
con la Compagnia Corrado Abbati