Dramma giocoso in un atto
Il re e la famiglia reale presenziarono alla ‘prima’ di VIAGGIO A REIMS, nella sala del Louvois sfarzosamente illuminata. L’attesa per la prima opera scritta da Rossini per Parigi era spasmodica. Si fece di tutto per ottenere l’assenso del compositore a più repliche, ma questi fu irremovibile: acconsentì a una ripresa il 23 giugno, e ancora il 25; un’ultima rappresentazione ebbe luogo il 12 settembre. Che Rossini non acconsentisse poi a riprese del Viaggio è del tutto naturale, essendo gran parte della musica della cantata trasmigrata poco dopo in un nuovo titolo per l’Opéra, Le Comte Ory (1828), e poi in due altre cantate, Andremo a Parigi? (1848) e Il viaggio a Vienna (1854). Ciò che è straordinario constatare nel processo di autoparodia di Rossini, è come un terzo della musica del Comte Ory, presa dal Viaggio a Reims, suoni in questa opera del tutto nuova. Sorprendente è anche la capacità mimetica di Rossini: il primo frutto nato in terra di Francia ha immediatamente un colore del tutto nuovo rispetto al Rossini italiano, da musica francese appunto, dato essenzialmente dall’armonia e dalla strumentazione. Tra le pagine più alte di una partitura che inanella peraltro una serie di pezzi di bellezza e ironia straordinari, non si può non ricordare il sestetto che chiude idealmente la prima parte della cantata, concepito come un esteso finale d’atto, e il gran pezzo concertato a 14 voci, che destò un’enorme impressione anche tra i contemporanei. Il finale offre l’occasione di intonare sette canzoni nazionali: quella tedesca, basata sul Volkslied di Haydn, il brindisi di Melibea, in forma di polacca italianizzata, due canzoni, una russa e una spagnola, l’adattamento di ‘God save the King’, cantato da Lord Sidney, e la parafrasi del canto francese; il numero viene chiuso dall’improvvisazione di Corinna, in cinque strofe, con ricchi abbellimenti, nella quale viene lasciato comunque spazio a ulteriori improvvisazioni. Divertentissimi anche i ritratti dei vari personaggi delineati nelle arie: si pensi a quella della contessa, che piange sulle sorti del suo cappellino, e alla gioia della cabaletta quando il prezioso oggetto viene ritrovato (“Caro! dal reo naufragio”); o, ancora, l’irresistibile aria di Don Profondo, che enumera le antichità del barone (“Medaglie incomparabili”), una vera e propria aria di catalogo. Ma a ben vedere lo humour più sottile sta nel fatto che gli ospiti dell’Albergo del Giglio d’oro non arriveranno mai a Reims per celebrare Carlo X, e che poi la musica del Viaggio verrà trasferita nella cantata Andremo a Parigi? (1848), in onore della rivoluzione invece che del re.
musica di Gioachino Rossini
libretto di Luigi Baiocchi
Fonti letterarie: Corinne ou l’Italie (1807) di Madame de Staël
Prima rappresentazione: 19 giugno 1825 – Théatre Italien di Parigi
Prima rappresentazione italiana: 18 agosto 1984 – Auditorium Pedrotti di Pesaro
Direttore Michele Spotti
Regia e luci Michał Znaniecki
Scene Luigi Scoglio
Costumi Anna Zwiefka
Movimenti coreografici Damian Malvacio
Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina
Coro OperaLombardia
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Coproduzione Teatri di OperaLombardia
Il Cast
Corinna Maria Laura Iacobellis
La Marchesa Melibea Irene Molinari
La Contessa di Folleville Paola Leoci, Francesca Benitez
Madama Cortese Marigona Querkezi
Il Cavaliere Belfiore Matteo Roma
Il Conte di Libenskof Ruzil Gatin
Lord Sidney Andrea Patucelli
Don Profondo Vincenzo Nizzardo
Il Barone di Trombonok Giuseppe Esposito
Don Alvaro Guido Dazzini
Don Prudenzio Massimiliano Mandozzi
Don Luigino Nico Franchini
Delia Francesca Benitez, Paola Leoci
Maddalena Francesca Di Sauro
Modestina* Elena Caccamo
Zefirino / Gelsomino* Ermes Nizzardo
Antonio* Luca Vianello
*Artisti del Coro di OperaLombardia